“Venezia è anche un sogno” cantava Francesco Guccini negli anni ’80.
Moltissime sono le parole, le canzoni, le poesie dedicate alla Venezia sognante e incantata dai palazzi, dai canali e dalle gondole.
Le immagini collegate alla Venezia dei proverbi raccontano, invece, una visione della città più intima e quotidiana, la cui l’anima è nelle persone: i veneziani, il loro carattere e i loro rapporti con il cibo, la storia e le abitudini della città.
Questi sono solo 7 tra i più significativi e diffusi modi di dire veneziani:
coe ciacole no se impasta fritole
lett.: con le chiacchiere non si impastano le frittelle
Le frittelle, delizie tipiche del periodo del Carnevale, non si preparano con le parole ma occorre mettere le “mani in pasta” per realizzarle. Questo proverbio ricorda che bisogna pensare ai fatti e alle azioni concrete più che alle parole e alle chiacchiere per ottenere risultati ottimi, come le gustosissime frittelle, ed essere produttivi.
vanti col Cristo che a procession se ingruma
lett.: avanti col Cristo, altrimenti la processione si ferma
Questo proverbio è legato alla tradizione cattolica: il Cristo rappresenta il crocefisso portato in processione cui segue la folla di fedeli. Si intima a chi sta davanti e conduce la processione di andare avanti in fretta e di sbrigarsi, così da non creare la calca tra chi sta dietro. È frequente sentire questo proverbio nelle calli più strette e nelle zone più affollate della città.
bronsa coverta
lett.: brace coperta
Questa espressione è molto comune e diffusa e si usa per riferirsi ad una persona che sembra timida, tranquilla ma che invece è vivace ed esplosiva. Il vero carattere della persona è nascosto dall’apparenza così come i tizzoni roventi sono coperti dalla cenere: bisogna stare attenti a non scottarsi e ad andare oltre le apparenze.
un ponte e na cae
lett.: un ponte e una calle
La calle corrisponde alla via come il campo corrisponde alla piazza: queste sono le basi della toponomastica veneziana. L’espressione un ponte e na cae indica prossimità, si usa quando ci si riferisce a dei luoghi vicini e limitrofi che stanno a pochi passi l’uno dall’altro. Chiedendo indicazioni è facile sentire questa risposta ma spesso è necessario attraversare più di un ponte e di una calle per raggiungere la meta: questo è il bello di perdersi a Venezia e scoprirla davvero!
co’ rivo rivo
lett.: quando arrivo arrivo
L’espressione si usa per darsi un appuntamento senza accordarsi su uno specifico orario. Chi pronuncia questa frase, di solito, intende arrivare con calma e senza fretta non avendo, di fatti, alcun orario preciso a cui attenersi.
ferma tuto che me par na sagra
lett.: ferma tutto che mi sembra una sagra
Questo proverbio si usa per cercare di fermare una situazione di grande confusione (come quella delle sagre) oppure una discussione molto accesa che potrebbe generare scompiglio; chi pronuncia questa frase è spesso la persona che vuole calmare le acque, cioè tranquillizzare tutto e tutti.
duri i banchi
lett.: tenetevi duri alle panche
L’origine dell’espressione risale all’epoca della Serenissima e alle battaglie in mare durante le quali, al momento di speronare le navi, ai rematori veniva intimato di tenersi duri ai banchi delle galee per proteggersi nel corso dell’impatto. Oggi questa frase, che invita a non mollare, si pronuncia per esprimere supporto durante un momento difficoltà o per infondere coraggio.
Milano, Firenze, Venezia, Roma e Taormina : in ogni città che andrai, scoprirai creatività e musicalità nei modi di dire tipici della nostra cultura italiana!
Scontrarsi (perchè a volte intraducibili in un’altra lingua e più difficili da capire), giocare e divertirsi coi modi di dire della nostra lingua ti aiuterà a vivere un’esperienza in Italia ancora più unica e autentica!