«Se qualcuno dovesse passare un solo giorno in Sicilia e chiedesse: “Cosa bisogna vedere?”
risponderei senza esitazione: “Taormina”».
A dirlo è Guy de Maupassant, innamorato del territorio e grande promotore delle sue bellezze.
Passeggiando fra le strade di Taormina non puoi fare a meno di restare affascinato da magnifici
scorci, profumi e colori. Ti innamori del calore della Sicilia, dei suoi cibi e della sua storia. Poi
senti, per caso, qualche parola in dialetto e un nuovo mondo si apre davanti ai tuoi occhi: secoli di storia trovano la loro sintesi in una lingua piena di sfaccettature.
Abbiamo selezionato sette modi di dire che ben rappresentano la vivacità di questa terra e della sua lingua.
Nuddu si pigghia si ‘un s’assimigghia.
lett.: Nessuno si sceglie se non si somiglia
Questo proverbio ci ricorda come sia più facile circondarci di persone simili a noi. Letteralmente
scegliamo di avere a fianco chi è più affine alla nostra visione delle cose.
Condividere passioni, interessi e hobby è alla base dei più solidi rapporti di amore o amicizia. La
saggezza popolare abbraccia l’idea di affinità elettiva, che fa dei punti in comune il motore
dell’attrazione.
Pignata taliata ‘un vugghi mai
lett.: La pentola osservata non bolle mai.
In questo caso l’immagine è immediatamente significativa: guardare una pentola aspettando
l’ebollizione dell’acqua non la farà bollire prima, anzi! È un invito a non essere impazienti e ad
attendere che i tempi siano maturi.
Quante volte ti è capitato di aspettare qualcosa con grande emozione o ansia? Il tempo sembra
dilatarsi, scorrere più lentamente e allontanare da te il tuo obiettivo, che sia un buon piatto di pasta o un importante traguardo.
Savva a pezza pi quannu veni u puttusu
lett.: Conserva la pezza o la toppa per quando ci sarà il buco.
La saggezza popolare ci insegna a essere accorti e a non sprecare le nostre risorse. Letteralmente ci invita a conservare la stoffa oggi per poter rammendare un buco domani.
Un’immagine molto potente che ci invita a riflettere su come anche le cose che oggi sembrano non servirci, domani possono tornarci utili per fronteggiare gli imprevisti della vita.
Cu nasci tunnu ‘un po moriri quatratu
lett.: Chi nasce tondo non può morire quadrato
Con questo modo di dire si vuole sottolineare quanto sia difficile per l’essere umano cambiare la propria natura. L’uomo è incline a ripetere gli stessi comportamenti e talvolta anche gli stessi errori, pur senza volerlo.
Viene quasi usato come una giustificazione per chi non riesce a rendersi conto dei propri limiti. È presente un’altra variante di questo proverbio legato alla pesca: “cu nasci tunnu ‘un po moriri pisci spata”. Il significato è lo stesso, cambia solo l’immagine che ci riporta con la mente allo stretto di Messina o alle famose tonnare siciliane.
Cchiu scuru i menzanotti un po’ fari
lett.: Non può esserci più buio di quanto ce ne sia a mezzanotte
Se avete un amico siciliano gli avrete sentito dire almeno una volta questa frase. È quasi un mantra per allontanare la paura nei momenti più difficili, un modo per ricordare – prima di tutto a se stessi – che anche i momenti peggiori prima o poi passano.
Dunque che cosa vuol dire che non può esserci più buio di quanto ce ne sia a mezzanotte? Vuol dire che se peggio di così non può andare le cose possono solo migliorare.
Cu mancia fa muddichi
lett.: Chi mangia, fa briciole
Sono due le possibili spiegazioni per questo modo di dire legato all’immaginario della tavola, come molti dei proverbi siciliani. L’idea è “chi fa, sbaglia”. È un invito a non arrabbiarsi per i piccoli errori che si commettono nel proprio percorso, perché chi si mette in gioco inevitabilmente si deve confrontare con la possibilità di sbagliare.
Una seconda accezione rimanda invece all’impossibilità di agire di nascosto, perché le tracce delle nostre azioni sono sempre visibili.
Comu veni si cunta
lett.: Come viene si racconta
Non è facile tradurre questa espressione dal momento che sembra racchiudere molteplici sfumature. L’idea è di non lasciarsi turbare da come si evolverà una determinata situazione ancor prima che questa si presenti. Letteralmente: racconteremo le cose nel modo in cui si svilupperanno. Questo non vuol dire accettare passivamente il flusso delle cose, ma essere pronti ad accogliere anche gli imprevisti della vita e a mettersi in gioco, senza lasciarsi bloccare dalla paura di quello che potrebbe accadere.
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